Londra: il palazzo di Westminster e la torre del Big Ben
Per iniziare il 2015 nel segno del sorriso (un sorriso beneaugurante e rilassato), oggi vi propongo una mia filastrocca simpatica e cordiale, anche se (che disgrazia!) alquanto modesta nello stile. L’ho redatta in due lingue differenti, a dire il vero, e devo ammettere una cosa: la versione inglese, che peraltro è in prosa e pervasa tutta quanta da un ritmo ben costante (o forse neanche un po’), si rivela assai migliore (senza dubbio e senza ma) del testo originale (ovviamente in italiano). Chissà… magari trasloco a Londra, quest’anno.
Il tempo è un deposito bagagli:
là ti rechi in abbondanza
col fine di lasciarvi
tal quale una valigia
l’episodio più banale,
sì perfino quello,
della storia tua privata
sia del vivere continuo
che conduci fittamente
ed erratico trascorri
in questo mondo alla giornata.
Gli anni, diligenti,
(che impiegati scrupolosi!)
a mo’ di ricevuta, ti porgono un ricordo.
***
Time is an office for left luggage: you abundantly go there to deposit with zealous attention and in every least detail, as if some kind of invaluable suitcase, the most banal event –yes, even that!– of the existence you lead, one hour after another, in this day-by-day world whose name is “Earth”. The careful years (what diligent keepers, what clever employees, what sedulous clerks!) give you a memory, which really is a proper receipt.
Pietro Pancamo
CHI SONO
Avvertenze:
• Tutti i diritti, relativi ai documenti, agli articoli, alle poesie, ai racconti e alle immagini che costituiscono questo post, appartengono ai legittimi proprietari.
• Alcune fotografie sono state scaricate mediante un programma automatico di download e si ignora pertanto se siano coperte o no da un copyright; ovviamente, su richiesta degli eventuali detentori di quest’ultimo, si procederebbe subito a rimuoverle.
• Prohibited the dissemination of text and photos without permission and without citing the author and source of information.
Tags: anno nuovo, english language, filastrocca, londra, pietro pancamo, prosa ritmica
Mi è piaciuto molto proprio per la sua semplice immediatezza. Grazie
Enrica
E’ vero, anche a me! Ciao, Enrica, che bello ritrovarti anche su questa pagina! Buona giornata! Cristina ( Admin )
Un grazie sincero anche a te, cara Cristina.
Cara Enrica, grazie per aver apprezzato la mia filastrocca!
Che carina !!! Semplice, ma veritiera. Bella….
Quanti bei complimenti! Grazie, cara Claudia.
Pietro riesce sempre a far pensare. Gia’, la nostra ricchezza e’ impiegare bene il tempo.
Elisa
Grazie della stima, cara Elisa.
Hai colto nel segno: riuscire a impiegare bene il nostro tempo è fondamentale. Solo che –come ci spiega Ambrose Bierce, con lessicografica ironia– tendiamo invece a gettarlo via: “Giorno ˂gior·no˃ s.m. – Un periodo di ventiquattro ore, in gran parte sprecate”.
Quante ricevute, quanti bagagli! L’archivio si arricchisce e ritrovare la ricevuta può essere difficile. Mi fa piacere riporne altre!!!
Nel riporle, stiamo attenti a non spiegazzarle!
Grazie della tua assidua presenza, cara Nella!
Il tempo: quanti studi e quanti dubbi suscita. Cos´è? É semplice oppure no, come la tua poesia. Ci fa pensare.
Cos’è il tempo? Beh, secondo Constantin Stoica “è uno strumento sul quale solo Dio sa suonare”.
Grazie, cara Alice, d’essere passata a trovarmi!
Leggendo queste tue parole, mi è venuta una gran voglia di viaggiare, partire!
“Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco” (Josef Koudelka).
Lunga vi(s)ta ai viaggiatori, dunque! Te compreso, caro Cristiano, che contribuisci così puntualmente a questa rubrica. Grazie!
Sicuramente in qualche baule di questo deposito dimorerà qualche scheletro! In questo caso la ricevuta non è gradita e verrà prontamente smarrita!
“A volte ritornano”, diceva Stephen King. Si riferiva anche alle ricevute? Speriamo di no…
Grazie del commento, cara Bianca.
che bella !!!!!!! quanti avvenimenti depositiamo nel deposito bagagli del tempo! Ogni giorno lasciamo qualcosa …. di lieto o di triste….., quando ricuperiamo la ricevuta del deposito saremo contenti di rivivere quei momenti ?
Non saprei. Devo pensarci un momento.
A parte gli scherzi (ovvero le mie battute sciocche), sei gentilissima come sempre, cara Luisa. Anzi ti sono obbligato, e tanto!, per i tuoi graditissimi complimenti.
ma che carina questa immagine del tempo come deposito bagagli e del ricordo come ricevuta, bravo mi è proprio piaciuta
Grazie di cuore, cara Marisa!
Poesia profonda che tocca il cuore e che dedico
Ad una donna di nome laura.
Poesia che indica che tutto passa tranne l’amore
È la prima volta che qualcuno dedica una mia poesia. Questo sì che è un onore! Grazie mille, caro Gianni.
Che fatica preparare i bagagli.Averli in deposito è già un gran sollievo!
“Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”. Emilio Salgari, gran furbacchione, l’aveva risolto così il problema delle valigie…
Carissime Laura e Teresa, grazie davvero e grazie di tutto!
Sono certa che in qualche baule nel deposito bagagli sia celato qualche scheletro! In questo caso la ricevuta non solo non è gradita ma prontamente buttata!
Questi versi conducono il mio pensiero ai tanti viaggi della mia vita. Il deposito è davvero pieno di bagagli…In ogni trolley, emozioni, sentimenti, immagini di luce ed ombre e buio. Rivedo: gioia, allegria, amicizia, amore… Ma anche tristezza, delusione e dolore. Ogni attimo è stato ed è importante; ogni sentire è stato ed è prezioso perché ‘ compagno’ di quel grande viaggio che è la VITA. Grazie, caro Pietro! A presto. Susy
“Non c’è essere umano più completo di colui o colei che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”. Dimmi, cara Susy: Alphonse de Lamartine stava parlando proprio di te, per caso?.
Grazie infinite per la tua testimonianza!
Una filastrocca per sorridere.Bene.
Come italiano riesco a sorridere solo in inglese !!
Oggi in italiano riesco solo a piangere….
Grazie per questo commento spiritoso e arguto, caro Arrigo.
Hai ragione: ovunque si guardi, non c’è che pianto e stridor di denti, ultimamente. E per di più saremo attaccati, fra poco, da una milizia di bravi terroristi, i quali ci spareranno in arabo; allora, in italiano, potremo solo morire.
E’ triste pensare al tempo come deposito bagagli, preferisco pensare ai bagagli come deposito del mio tempo.
Bagagli, valigie, tempo libero, grandi e piccoli spazi solcati da paesaggi rapiti con incanto, emozioni forti da brivido; sentimenti dolci teneri di un addio o di un arrivederci, calde lacrime che conservano i ricordi più profondi e nostalgici: io sono parte di loro e loro sono parte di me.
Cara Marisa, questo tuo excursus, così lirico e bello, attraverso le mille sfumature della nostalgia, mi conferma che Victor Hugo non sbagliava affatto a sostenere che “gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio”.
Spesso però le lacrime annebbiano la vista. Platone:”…dobbiamo imparare a non perdere tempo a piangere sulle nostre ferite…”
Ho trovato molto bello questo pensare poeticamente al nostro tempo passato come ad un bagaglio in deposito da cui possiamo estrarre i momenti che amiamo ricordare. Grazie!
Ho trovato molto bello questo pensare poeticamente al nostro tempo passato come ad un bagaglio in deposito da cui possiamo estrarre i momenti che amiamo ricordare. Grazie! Marisa G.
Cara Marisa, ti sono riconoscente sul serio per questi complimenti.
Una semplice filastrocca ci fa ricordare il tempo passato dove era depositato in un baule che è la (memoria) Ciao.
“Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre” (James Matthew Barrie).
Grazie delle tue parole, cara Santina, e alla prossima!
Nel deposito bagagli della stazione primaria della mia vita, ho lasciato tutto il superfluo. Ora me ne vado per il mondo con l’indispensabile:salute e gioventu ! ….. Per un attimo ho sognato, Grazie Pietro …
Grazie d’essere scesa qui, cara Elena. Io invece proseguo il mio viaggio, e a bordo di un treno che traballa su rotaie malferme, ecco!, m’avvicino sempre più al capolinea delle Pancamian (f)railways. E come destinazione, credimi, non è da sogno. A ogni modo sono lieto che la mia filastrocca, sebbene solo per un attimo, ti sia stata d’aiuto e di conforto.
Sovente , e soprattutto a livello personale,il tempo anzichè essere fedele depositario di bagagli ne èimplacabile distruttore.
“Il tempo divora le cose”, una dopo l’altra, e non possiamo nemmeno augurargli che gli vadano di traverso (perché, ovviamente, se morisse soffocato ci rimetteremmo anche noi…).
Bellissima considerazione la tua,Elena.”Ciò che non serve pesa”diceva suor Teresa di Calcutta!
Esatto: Madre Teresa di Calcutta diceva così. Ma i culturisti non erano affatto d’accordo…
Il viaggio può assumere una vasta gamma di significati.
Può essere avventura ,scoperta,ricerca,fuga,ritorno.
Può essere una esperienza realistica o fantastica,può diventare una metafora per parlare di sè , della conoscenza, della vita ,della morte. …
Grazie d’essere nuovamente qui, cara Elena.
Sì, è verissimo: la metafora del viaggio è multiforme, proprio come l’ingegno di Ulisse (che, non a caso, era un grande viaggiatore).
Quanti commenti condivisibili ha suscitato la tua filastrocca! Quanti pensieri si possono formulare sul tempo che ci è concesso ed inesorabilmente passa! Vorrei solo dire a laura e Mariateresa che a volte è una bella fortuna dimenticare. Mi piace pensare al tempo come ad un filtro che elimina quanto è sgradevole e conserva ciò che merita di essere ricordato.
Grazie Pietro.
Cara Anna Maria, grazie per il tuo intervento.
Sai? Massimo Bontempelli la pensa proprio come te: “Dimenticare. È spesso utile quanto il ricordare”.
Se vogliamo conoscere le cause create nel passato, (archivio del proprio inconscio, deposito bagagli), dobbiamo guardare gli effetti che si manifestano nel presente.
Se vogliamo conoscere gli effetti che si manifesteranno nel futuro, dobbiamo guardare le cause che stiamo mettendo nel presente.
Nessuna causa svanisce nel nulla, si accumula dentro di noi, in una sorta di magazzino, in attesa di essere attivata.
Cara Antonella, a suffragio di queste tue osservazioni, così intelligenti e acute, voglio ricordare quanto diceva Henri Bergson: “Quel che si trova nell’effetto era già nella causa”.
Le tue poesie, Pietro, fanno sempre sognare, in questo caso anche ricordare. Il tempo, secondo me, è il bene più prezioso che noi abbiamo anche se il più delle volte lo trascuriamo senza rendercene conto.
Ciao Pietro
Grazie dei complimenti, caro Mariano.
La tua giustissima osservazione mi riporta alla mente queste sagge e belle parole di Harvey MacKay: “Il tempo è gratis ma è senza prezzo”.
Il bagaglio della vita è per la scienza orientale il karma accumulato, caro Pietro, a volte è un bagaglio pesante a volte è leggero, ognuno ha il suo. Si parte??
Fantastica associazione baglio-ricordo, quanto è bello a volte entrare nel proprio deposito bagagli ed aprire situazioni e/o eventi lieti e gratificanti…