Una Milano d’epoca
Ecco una poesia che scrissi anni fa, in seguito alle forti delusioni letterarie che avevo patito in quella che, almeno da alcuni, viene considerata la capitale della poesia: Milano.
Il gioco di parole che appare alla fine del componimento, fa sì che il nulla di pochi versi prima, diventi una traccia, abile ma insieme labile, del futuro. E in effetti, a quel tempo, io pensavo di non avere il minimo futuro come poeta. Quindi nel nulla –che proprio in quanto tale, più labile di così non potrebbe essere– ormai vedevo un abile ritratto (cioè fedele e somigliante) del mio avvenire e della mia carriera.
Poi le cose andarono diversamente, per fortuna. E anzi proprio questa lirica fu apprezzata dal compianto critico Walter Mauro, il quale la inserì in un’antologia di autori vari, intitolata Geografie poetiche.
Il fantasma dei Natali futuri mostra a Scrooge il suo futuro (illustrazione tratta da Charles Dickens, A Christmas Carol, Chapman & Hall, Londra, 1843)
Il nulla
I miei sogni leggeri, scanalati
fra ombre creole di tenera luce
e foglie di facciata
(ovvero blande
come ballerine
morse dal vento).
E quando l’incubo arriva
il nulla esce dal suo fuori
per annuire agli occhi del presente;
«io sono» –dice–
«un barbaglio di notti camuse
e la pioggia di quel che verrà:
del futuro mi rivelo
l’unica, insomma,
l(’)abile traccia!».
Pietro Pancamo
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Tags: geografie poetiche, milano, nulla, pietro pancamo, poesia, walter mauro
Non abbiate paura del nulla! Soprattutto voi poeti, consci che scrivere poesie sia un moto dell’animo talmente intimo, profondo e fragile che è difficile possa essere capito da tutti. Un abbraccio dalla…Direttrice!
Un grazie sincero, cara Cristina, per questo tuo incoraggiamento così benevolo e generoso.
Un po triste ma bella, a volte il nulla è tranquillità
Ti ringrazio per aver apprezzato la mia poesia, cara Cinzia.
Sì, il nulla può anche essere tranquillità e pace interiore: “La vista stessa del mio nulla, anziché affliggermi, mi aiuta a dimenticarmi e a pensare soltanto a colui che è tutto” (Charles de Foucauld).
Il nulla è il vuoto necessario che per contrasto da significato a tutto ciò che esiste.
Di sicuro c’è un’intima connessione fra il tutto e il nulla: ad esempio la fisica odierna ci dice che il tutto (vale a dire il cosmo) è scaturito all’improvviso dal nulla, mentre secondo Buddha l’illuminato “se siamo vuoti, possiamo contenere l’universo”.
Grazie delle tue considerazioni, cara Marisa.
Il nulla, il vuoto fisico….. per sedare il costante “horror vacui”, siamo alla continua, estenuante ricerca di un riempitivo, di un passatempo che ci permetta di dimenticare il nostro presente ed esorcizzare il futuro
“In principio era il vuoto” (Susanna Tamaro). Chi lo sa… forse anche Dio soffre di horror vacui e ha creato l’universo, noi compresi, a mo’ di riempitivo.
Grazie, come sempre, per la gran copia di interventi, carissima Luisa.
IL NULLA! E’ talmente tante cose che può diventare IL TROPPO (Laura)
NULLA di più vero: non lo ripeterò mai TROPPO!
Grazie di cuore per la tua osservazione, carissima Laura.
Quante volte ci interroghiamo sul nulla con tremore e intravediamo labili (o “abili”?.)tracce di speranza.
Quante? Beh, nel mio caso, ogni volta che mi viene un attacco di panico.
Grazie infinite per il commento, carissima Teresa.
Ciao Pietro, Io penso che il nulla è il vuoto che ci circonda.
Ciao cara Santina e grazie d’essere qui con me, anche stavolta, nella sezione del “Cofanetto” dedicata alla poesia.
Rompere l’accerchiamento di cui parli non è un’impresa disperata o proibitiva. Se Anaïs Nin costrinse la morte a indietreggiare “a furia di vivere, soffrire, sbagliare, rischiare, dare e perdere”, noi, volendo, potremmo fare lo stesso col nulla che ci assedia.
Sovente IL NULLA viene”creato” da insipienza,ignoranza ,invidia e anche dall’odio,ma alla fine questo nulla,non essendo tale ,riesce grandiosamente ad imporsi.
“Ciò che rende terribile questo mondo è che mettiamo la stessa passione nel cercare di essere felici e nell’impedire che gli altri lo siano”. Così Antoine Rivaroli descriveva l’invidia.
Ho trovato molto bella questa poesia che, anche alla prima lettura, mi ha dato un senso di speranza, un aiuto ad affrontare le tante situazioni in cui a volte ci troviamo e che non riusciamo a spiegarci.
Anche i fatti negativi che viviamo possono essere interpretati in modo diverso, ma tutto dipende dalla nostra volontà di ricercare soprattutto in noi stessi. Grazie sempre per queste importanti occasioni di riflessione.
Mi riempie di gioia sapere che i miei versi ti sono stati d’aiuto. Grazie per avermelo detto, cara Marisa.
Bellissima e triste.
In realtà un poeta è letteralmente obbligato a comporre versi tristi; infatti, quando per disgrazia comincia a scriverne di allegri, c’è subito qualche suo collega, se non qualche critico addirittura, che lo aggredisce così: “Ecco, sei diventato un bieco e insulso cabarettista. Non voglio leggerti mai più!”.
Invece io sarò sempre lieto di leggere i tuoi commenti, cara Elisabetta. E anzi ti ringrazio per la stima che mi dimostri.
Un nulla,il suo,denso di pensieri come foglie strappate dal vento e dalla pioggia che s’indovina futura,al tramonto….
In realtà cade sempre. Dove sto passando le ferie io, gli acquazzoni “franano” dal cielo a tutte le ore: in questa cittadina di montagna, infatti, piove per forza d’abitudine, anche quando non c’è traccia di nuvole. Ed è per giunta una località così fredda, che persino il sole preferisce evitarla. È dunque fatale che mi lasci andare, come quand’ero a Milano, a pensieri più malinconici delle foglie morte.
A ogni modo, caro Mario, grazie, e molte, per aver parafrasato i miei versi così elegantemente.
E’ la mancanza di luce che AN-NULLA.
Il buio nasconde. Ma le capocciate rivelano: e così il tutto è ripristinato e salvo.
Il nulla…il tutto… concetti che da sempre hanno interessato i filosofi ed affascinato i poeti…In questa poesia, Pietro ci presenta un’ ‘abile’ soluzione, come ‘abile’ è la sua arte di attrarre il lettore lasciandolo, spesso, quasi sospeso tra gli opposti. Abile o labile è pur sempre una traccia… su cui meditare. Grazie, Pietro!
Sei molto gentile a definire arte i miei versi, carissima Susy. Ti sono obbligato, ovviamente.
Meditare, poi, è importante più che mai, perché, come diceva Osho, “la meditazione è l’unico tempio in cui, quando entri, sei davvero all’interno di un tempio”.
Forse occorrerebbe fermarsi. Fare il vuoto attorno. E guardare. Ridere per niente. Del niente.
Invece a me piacerebbe scattare, per farmi il vuoto alle spalle, come Nibali quando attacca in salita.
“L(‘)abile traccia” – come sempre sei molto abile e profondo…
Complimenti!
Risentirti mi fa molto piacere, caro Enrico! E grazie mille dei complimenti.
Immaginare il nulla è altrettanto difficile che concepire il tutto.
Forse la vita è la giusta via di mezzo, forse è quel morigerato e sobrio abbastanza, che ci salva in ogni momento dai due opposti eccessi del tutto e del nulla.
Un nulla talmente labile nel passato che ti ha permesso un abile traccia del futuro.
Cara Nella, grazie per aver nuovamente contribuito a questa rubrica.
“L’avvenire è la porta, il passato ne è la chiave” (Victor Hugo). Il presente è la serratura?
tutto è nulla…………
“Essere nulla per essere al proprio vero posto nel tutto” (Simone Weil).
Mai come in questi giorni il nulla mi opprime ….. sarò così abile da scorgere un labile spiraglio di luce ?
Cara Elena, anche dopo una pioggia torrenziale, un temporale, quando tutto cessa, si apre un filo di luce, un tiepido raggio di sole penetra fre le foglie bagnate e torna l’arcobaleno in noi. Te lo auguro con tutto il cuore. Il nulla non esiste in questo mondo fatto di uomini spesso malvagi ma di una natura bellissima; spesso siamo noi a crearlo.
Ne sono certo, cara Elena! E sarà una luce ineff-abile!
Grazie, come al solito, della tua assidua presenza e non mollare; anzi ricorda sempre che, come diceva Nazim Hikmet, “i più belli dei nostri giorni/ non li abbiamo ancora vissuti”!
Luci e ombre si alternano. L’incubo e il nulla sembrano ridursi ad un barbaglio e ad una pioggia sottile che non escludono una possibilità ulteriore.
Che belle immagini!
Grazie delle tue parole, cara Anna Maria. Sono davvero lieto che le mie immagini poetiche abbiano incontrato i tuoi gusti letterari.
Lo sai? Quando commette una gaffe, il poeta tipo è solito esclamare fra sé: “Accidenti, c’ho fatto proprio un’immagine barbina!”.
Chiedo scusa per la battuta, ma bisogna pur consolarsi, in qualche modo, quando si trascorrono le ferie in balia della pioggia…
Quando nel nostro animo sentiamo il vuoto, per la grande malvagità della gente e per l’immensa tristezza che pervade il nostro corpo,attraversiamo un tunnel buio. L’ energia positiva per la nostra sopravvivenza ci sorprende e ci ricompensa, ricominciando a vedere la luce della speranza per continuare a vivere la nostra esistenza.
Grazie Pietro per questa bella poesia.
Grazie a te, cara Antonella, per aver letto la mia poesia e averne colto il significato così bene.
Mi sovviene “il nulla eter
Mi sovviene “il nulla eterno”di Foscolo,che indica la morte come
Estinzione irreparabile della vita…….
Son lusingato sul serio che tu mi accosti a Ugo Foscolo, cara Elena. Ti ringrazio!
Comunque pensare in eterno al nulla eterno non conviene. (Fortuna che a dimenticarlo, il nulla, basta un nulla: ad esempio, come nel mio caso, una partita a “Calciomanager”).
Nel nullo che ci circonda, noi stessa siamo nulla. Luciana
Nel nulla che ci circonda, noi stessi siamo nulla. Ho solo corretto gli errori. Luciana
Grazie, cara Luciana, d’essere tornata a trovarmi.
Un’ottima intuizione, la tua: siamo proprio nulla dinanzi all’immensità del nulla.