Ditemi se non è vero: ogni volta che ci prende l’estro di leggere, il nostro televisore si rattrista e finisce per sentirsi trascurato. A volte, addirittura, cade vittima della depressione, non è così? Ma per fortuna basta, in quei momenti, spingerlo a reagire: insomma stargli accanto, o meglio di fronte, per consolarlo un pochino. Non so… magari raccontandogli una pietosa bugia (bugia?): “Mi hai beccato: leggevo. La guida dei programmi, però. E indovina che c’è stasera… La partita! Dài, la guardiamo insieme?”.
IL TELEVISORE APATICO
(ovvero GUARDANDO GLI EUROPEI)
Non hai nerbo. Non hai verve.
Non so… ti vedo spento.
E mentre ti fai schermo
d’un mutismo viscerale,
sì di tanto in tanto
(magari per un’ora
ed anche fino a un paio:
il tempo di due tempi)
abbandoni l’abulia
e d’un subito t’accendi.
Però a (tele)comando
e giammai spontaneamente:
insomma sei passivo,
ti manca iniziativa;
sei privo in ogni istante
di vera volontà.
Di’, cos’è quest’apatia?
Mi trasmette il tuo dolore.
Un dolore
un dolore appassionante:
mi scorre sulla pelle
e trasuda nella carne.
Ché tu sei digitale
tal quale le mie impronte.
E terrestre, soprattutto! Proprio come me.
Non capisci? Siamo uguali!
Reagiamo dunque insieme.
Imitiamo i cari eroi,
emuliamo i semidei
dell’undici italiano
che hanno ripudiato
l’indolenza vile
dell’ultimo mondiale
e ad una voce!
ad una voce sola
coi loro grandi cuori
cantiamo a squarciagola,
pervasi dal fervore
nuovo e disinvolto
che adesso li trascina:
«Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
(o forse ai milioni)
Il mister chiamò!».
Pietro Pancamo
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Tags: antonio conte, calcio, europei, pietro pancamo, poesia, televisione
Il televisore ,per fortuna, necessita del telecomando per accendersi;anche noi sovente siamo (tele)comandati e neppure ci accendiamo.
E’ vero: l’unico fra noi davvero capace di accendersi era Ungaretti (che addirittura s’illuminava d’immenso, beato lui).
Grazie infinite come sempre, carissima Teresa.
Fantastico, attuale…critico e preoccupante ma allo stesso tempo stimolante.
Bravo Pietro!
Sei molto gentile, cara Alice. Un grazie sincero.
AMARA la tua poesia,ma con quanta efficacia rispecchia questa nostra povera umanità. (Laura)
La nostra povera umanità è sempre più in balia della televisione. Le nostre menti soccomberanno a Carlo Conti? I televisori saranno la nuova razza dominante di questo pianeta? Lo sapremo solo alla prossima puntata… Nel frattempo, carissima Laura, grazie infinite anche a te per il tuo contributo.
Questa poesia rispecchia fedelmente la nostra “sudditanza” televvisiva e ci
porta a riflettere seriamente sulla nostra attuale condizione. Grazie per questi “stimoli”!
Eh, sì: è una condizione davvero miserevole, la nostra. Ce la descrive assai bene Ray Bradbury: “La televisione è quella bestia insidiosa, quella Medusa in grado di paralizzare un miliardo di persone a occhi sbarrati ogni sera, quella sirena che canta, chiama e alletta, promettendo così tanto e concedendo, in definitiva, così poco”.
Grazie a te, cara Marisa, d’essere nuovamente qui!
per fortuna non si accende da solo, caso mai cambia canale!
Grazie mille del consiglio, cara Nella!
Come in ogni circostanza, importante è la scelta; l’uomo diventa ciò che è in conseguenza delle sue scelte (Kierkegaard).
Hai ragione! Non per niente Dio ci ha dotati di libero arbitrio. Buona giornata, Marisa! E grazie per i tuoi bei commenti! Cristina
“Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere” (James Joyce).
Grazie della tua assidua presenza, cara Marisa.
la televisione è un mezzo che pur avendo rivoluzionato il nostro modo di vivere, forse non viene utilizzata nei migliori dei modi. Però volendo, esiste il pulsante off ….
Concordo pienamente: è spegnerla il miglior modo di utilizzarla.
Non smetterò mai di ringraziarti, cara Luisa.
Anche noi, spesso, come il tuo televisore ci sentiamo sole e abbandonate, ma, per fortuna, non abbiamo chi ci (tele) comanda.
E’ inevitabile che chiunque affronti o abbia affrontato la vita a viso aperto, e con coraggio, si ritrovi solo, prima o poi: ecco perché Reine Malouin dice che “la solitudine è la patria dei forti”.
Grazie per il tuo commento, cara Luciana.
Spesso è preferibile un televisore apatico ad uno che offre stupidità, urla, superficialità, processi mediatici. Con grande velocità, le immagini di dolore si alternano a quelle pubblicitarie o comunque frivole che impediscono o limitano una riflessione intima. profonda. Così tutto è accolto in superficie…anche la sofferenza. Certo, c’è il telecomando…ma oggi, purtroppo, non per tutti è facile scegliere. Grazie, Pietro, per questa bella poesia che davvero fa tanto riflettere!
Il tuo commento, cara Susy, è decisamente più profondo della mia poesia (che in realtà voleva essere soltanto un divertissement). Secondo me questa rubrica guadagnerebbe sia in spessore che in spiritualità, se a curarla fossi tu… Comunque sia, ti ringrazio di nuovo e anche molto. A risentirci!