Un’esondazione, in televisione, di fibrillazioni, eccellenze, bombe d’acqua e chi più ne ha, più ne metta.

 photo et841_zps9ggpybed.jpg

Sul Cofanetto Magico racconto dei miei viaggi africani senza la pretesa di essere uno scrittore e vi spiego perché.
Se avessi deciso di divenire giornalista avrei fallito miseramente, non solo (e soprattutto) per mancanza di talento ma anche per il rifiuto di uniformarmi alle mode linguistiche dei nostri mezzi d’informazione.
Un mio articolo sul clima non sarebbe mai preso in considerazione perché non vi avrei infilato, magari a caso, né «bomba d’acqua», né «esondare».

 photo allagam_zpsxkbwanzy.jpg

Sarei stato bollato come antiquato se avessi scritto:
un violento nubifragio ha causato lo straripamento del fiume X. Le autorità seguono con apprensione l’evolversi del fenomeno per i rischi di danni al sistema alimentare, importante impulso per l’economia italiana e settore di alta qualità mondiale. La Protezione Civile sta sorvegliando, attentamente, la situazione.

Sarei stato, per lo meno, invitato a riformulare il pensiero in:
una bomba d’acqua ha causato l’esondazione del fiume X. Le autorità sono in fibrillazione anche per i rischi di danni alla filiera alimentare che è volano per l’economia italiana ed eccellenza mondiale. La Protezione Civile sta monitorando a 360 gradi la situazione.
Ormai pare si faccia tutto a 360 gradi: un artista, se non è a 360 gradi, vale nulla.

A parte bomba d’acqua che, per me, è veramente brutta e da eliminare, quello che mi colpisce è che tutti i mezzi di comunicazione si sono uniformati ed oramai non c’è articolo o servizio su disastri climatici che non contenga esondare e bomba d’acqua almeno una volta.
Nei servizi televisivi anche gli intervistati si adeguano e ficcano, ad esempio, filiera ed eccellenza appena possono (magari più volte in poche frasi).
Che fine hanno fatto «superare gli argini, inondare, tracimare»?

Ormai esistono solo gli «assolutamente sì» e «assolutamente no» e mi aspetto che, alla domanda: «lei è il signor Tal dei Tali? Venga risposto «assolutamente sì».

Trovo ormai fastidioso il continuo uso di “ehm, ooh, uhm, mmm” da parte dei giornalisti televisivi.
Si ha l’impressione che non riescano ad articolare una frase “senza pensarci su”. È vero che non è facile esporre senza leggere, ma, forse, una pausa ogni tanto sarebbe meglio di un: «Il Parlamento mmm ha votato a largaaaaaa maggioranza la legge sulla ooh scuola».
Probabilmente se essi parlassero più lentamente, sarebbe maggiore la coordinazione tra pensiero ed espressione vocale.
Comunque è divertente il cambio di nazionalità del nostro ex-presidente del consiglio da parte di una bravissima giornalista: il suo “Matteo Oo’Renzi” lo ha fatto divenire irlandese!

Tralascio di commentare il costante utilizzo di un alto tono di voce e l’attitudine “ansiogena” di diversi giornalisti televisivi (mi aspetto che tra poco succeda anche nel resoconto di una esposizione di fiori) e l’esasperata conflittualità dei dibattiti.
Si parla, ogni tanto, di questa abitudine, ma sembra che i mezzi d’informazione televisivi ci sguazzino in nome dell’audience: la concorrenza non è più sui contenuti, ma sulla forma.
Sarebbe una lunga discussione perché coinvolgerebbe il sistema di informazione in toto che è, ormai, volto a far reagire l’utente emotivamente e non secondo ragione.

Passando al campo sportivo non riesco a capire perché le scarpe da calcio sono chiamate, dai commentatori «scarpini» visto che il vocabolo sta a indicare “piccole scarpe” mentre i piedi dei calciatori non sono certo minuscoli.
Oramai un lungo lancio o un traversone, sono detti sempre «sciabolate». Cosa succede quando un team «avanza il baricentro»? Chissà se mai qualcuno dirà invece «sposta in avanti il centro di gravità». Cosa sono le ripartenze? Quante volte una squadra «riparte»? Che differenza c’è con il contropiede?
Se una squadra «è lunga», automaticamente l’altra «è corta»? Come si fa (e che vuol dire) ad «attaccare lo spazio»: i commentatori che lo ripetono se lo sono mai chiesti? Si potrebbe anche dire «assalire l’estensione» tanto per variare un po’? Quante cose ci sono nel DNA di una squadra?
Perché, in Italia, l’allenatore di calcio ormai è chiamato sempre e solo “il Mister”, che in inglese significa Signor (Tal dei Tali)?

L’utilizzo dei vocaboli/frasi di cui sopra, da parte di tutti i mezzi di comunicazione, è ormai epidemico.
Ormai è raro l’uso dei sinonimi: esondare è, ed esondare sarà per omnia saecula saeculorum.
È solo una moda, è un segno della scarsa conoscenza della nostra lingua o è dettato solo dalla fretta di dire o scrivere qualcosa? Lascio la risposta a qualificati linguisti ed esperti in comunicazione.
È vero che il linguaggio si adatta ai tempi, ma mi sembra che si cerchi l’originalità ad ogni costo. Originalità che poi non è più tale quando diviene la regola.
Sicuramente mi sbaglio: non vedo le cose a 360 gradi.

Testo e foto di Mauro Almaviva

Mauro Almaviva
CHI SONO

Proibita la riproduzione del testo e delle foto senza previo permesso dell’autore e senza citare la fonte.
No part of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or any means, without prior permission of the publisher and without indicating the source

Tags: , ,

5 Responses to “Un’esondazione, in televisione, di fibrillazioni, eccellenze, bombe d’acqua e chi più ne ha, più ne metta.”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Caspita Mauro, che articolo fantastico!
    Mi trovi pienamente d’accordo a 360°… Il parlar semplice è diventato un eufemismo.
    Tutti gli “addetti ai lavori” si sentono in dovere di riempirsi la bocca con paroloni e frasi ad effetto, stile americano…
    Purtroppo si andrà sempre peggiorando, a quanto pare la semplicità è sparita e con essa la capacità di formulare frasi normali, adatte a tutti gli ascoltatori…
    Buona vita caro Amico !

    • Mauro scrive:

      Il problema è che nessuno di “coloro che contano” fa qualcosa per mettere fine a queste orribili mode (diciamo mode per non offendere nessuno).

  2. Elisa Prato scrive:

    Parlar oscuramente lo sa far chiunque, parlar chiaro pochissimi…lo diceva già
    Galileo ai tempi suoi a proposito della scrittura giuridica ed amministrativa.
    E Calvino ribadisce “Ogni giorno, per un processo ormai automatico, migliaia di
    concittadini traducono, con la velocità di macchine elettroniche, la lingua italiana in un’antilingua inesistente”.
    Caro Mauro, che la complicazione e la retorica siano difetti tutti italiani?
    Hai ragione da vendere! Che si diano una regolata questi giornalisti e chi li imita.

Leave a Reply for Mauro