Poesia di febbraio: “Forse il tempo è l’onda d’urto del Big Bang”

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Cari amici de «Il Cofanetto Magico»,
e se l’universo fosse una maledizione? Beh, si tratta di un’ipotesi che non possiamo scartare del tutto. Anzi, fissarla in un paio di strofe potrebbe aiutarci, magari, a meditarla un po’ meglio. Perché evitare gli interrogativi, e le famigerate domande scomode, non aiuta a garantirsi una maggior serenità. Ma solo a diventare ciechi come talpe. O, addirittura, come uomini


 

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FORSE IL TEMPO È L’ONDA D’URTO DEL BIG BANG

Forse il tempo è l’onda d’urto del Big Bang
(e l’ira, l’onda d’urto dell’odio).
Forse il corpo è il marchio di Caino,
la stella di David (o meglio di Adamo)
che siamo tutti condannati a portare
per stornare di netto da noi
l’identità d’identità
che ci lega inscindibile
alla schiera degli angeli;
per distinguerci a pieno
(senza scuse,
senza pace,
senza scampo,
senz’appello)
dalla stirpe degli angeli
nostri gemelli.

E forse il cosmo intero
(che nasce per sempre
e di vero soprassalto
dall’ira giustissima
che ci ha esclusi dall’Eden)
è il nostro ghetto, in realtà; il nostro lager?
Allora l’universo… è concentrazionario?
È un block ogni galassia?

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 
 
 

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12 Responses to “Poesia di febbraio: “Forse il tempo è l’onda d’urto del Big Bang””

  1. “E se l’universo fosse una maledizione?”, si chiede il nostro poeta giornalista Pietro Pancamo. Mi piace quando Pietro fa la “prefazione”alle sue poesie, perchè stimola un dialogo, chiarisce i suoi punti di vista.
    I nostri lettori sono piuttosto pigri nel commentare ( ma non i suoi fans che inondano il Cofanetto magico di messaggi, tutti intelligenti).
    Per quanto mi riguardo rispondo al suo “sospetto” del mondo come maledizione: ci sono troppe cose belle, per esempio la flora e la fauna, troppe perfezioni, soprattutto in natura, apppunto….che mi fanno propendere per una linea più ottimista. La bellezza non è mai una maledizione.
    Neanche una giornata di sole, un tramonto, un cielo stellato. Siamo noi uomini che non ci accontentiamo mai di quello che abbiamo, poco o molto che sia. Lì sta la maledizione. Il resto, la morte ed il dopo morte sono avvolti nel mistero.

  2. Marisa B. scrive:

    Il male è caduta? Il dolore è punizione e castigo? La vita è lager o gulag? O forse, più semplicemente, non esiste nulla da cui cadere e nulla per cui essere puniti ma solo ci appartiene la drammaticamente meravigliosa e contraddittoria esistenza umana?

    • admin scrive:

      Hai proprio ragione, Marisa! E io non credo che il dolore sia punizione; per che cosa? Dovrebbero essere puniti i cattivi, non tutti indiscriminatamente. La sofferenza fa parte della vita e noi dobbiamo solo accettarla come tale, cercando di sopportarla ed aiutare gli altri a farlo. Chissà, forse un giorno capiremo tutto…Ma in un Dio cue punisce, no, non credo. Non è Dio il cattivo: è l’uomo il cattivo. O, almeno, certo uomini. Buona domenica!

  3. laurae maria teresa scrive:

    Condivido pienamente le osservazioni di Cristina e diAdmin.Non sappiamo e non vogliamo trovare il tempo per ammirare la (per noi) misteriosa BELLEZZA della natura che ci fa veramente andare in estasi.

  4. laurae maria teresa scrive:

    E’ sempre e soltanto l’uomo che condannae punisce se stesso e gli altri proprio per voler eludere le domande scomode.

  5. laurae maria teresa scrive:

    E’ sempre e soltanto l’uomo che condanna e punisce se stesso e il prossimo proprio per voler eludere le domande scomode.

  6. laurae maria teresa scrive:

    Davvero è sempre e soltanto l’uomo che condanna e punisce se stesso e il prossimo proprio per non voler o saper farsi domande scomode.

  7. Anna Rosa scrive:

    Le tue poesie sono sempre belle. Ho fretta, ma ti ringrazio di averla scritta. Hai letto il commento a quella di gennaio? Alla prossima e buona Pasqua.

  8. Anna Rosa Vittone scrive:

    Ho letto la tua poesia di febbraio 2018. Sono sempre belle le tue poesie. Ho fretta, ma ti ringrazio di averla scritta. Attendo la poesia di marzo e ti auguro buona Pasqua!

  9. Anna Maria scrive:

    Bella l’intuizione del tempo che si dipana come l’onda d’urto del big bang, troppo pessimistica l’idea che il corpo rappresenti solo una maledizione e non piuttosto un’opportunità.
    La vita è un’esperienza difficile il cui senso non sempre ci appare chiaro, ma ci offre comunque la possibilità di pensare, di consolidare le amicizie, di immergerci nella natura. Nella vita, nonostante tutta la nostra debolezza, riusciamo a trovare la forza per superare gli ostacoli e per conservare la speranza, in fondo siamo davvero della stirpe degli angeli.
    Con i tuoi versi ci hai fatto davvero meditare.

  10. Susy Pagliaro scrive:

    Quanta bellezza, grazia, meraviglia, luce nella vita. Ma anche quanta disperazione, dolore, buio…Allora, qual e’ il senso di questo cammino e dunque della sua creazione? Non e’ facile rispondere se non si prova a cogliere quella piccola luce sempre presente anche dove sembra che tutto sia oscuro. Ogni esperienza, anche quella del dolore, ha la sua funzione evolutiva che va colta ed accolta. Se puntiamo lo sguardo su quells piccola luce, essa si espandera rendendoci di certo migliori. Grazie Pietro per questi versi cosi’ intensi che ci fanno riflettere sul senso della vita!

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