Editoriale di febbraio. Libri. “Lo sbarco che mai avvenne” ci fa entrare nel vivo di una storia unica, attirando l’attenzione, l’interesse. Da non perdere.

I due autori del libro “Lo sbarco che mai avvenne”, Rolando Galligani (a sinistra) e Mauro Almaviva. Bertoni editore.

Cari, affezionati lettori,
Inizia il mese di febbraio, con tanta speranza che i vaccini contro il Covid-19 ci aiutino a combatterlo definitivamente. Tuttavia, in questo editoriale non voglio dare nuovamente spazio a questo virus, alle disgrazie che ha provocato, al dolore, alle statistiche… Desidero parlare solo di libri. In quanto i libri hanno salvato tante persone dalla noia e dallo sconforto dei vari lockdown.
“Salvato” forse è una parola corposa, esagerata, ma, per quanto mi riguarda, adatta alla situazione di ore ed ore chiusa in casa a domandarmi come impiegarle, quelle ore, senza poter trovarmi con gli amici, passeggiare nel centro della città, cenare con tutta la famiglia e tanto di più. Per questo ho letto molto, uscendo dalle mura domestiche con la fantasia.
Durante i lockdown ho quindi letto tanto e di tutto:saggi, romanzi psicologici, romanzi gialli, romanzi intrisi di affascinanti storie romantiche, di vite vissute, di vite sognate. L’ultimo della serie si chiama “Lo sbarco che mai avvenne”, di Rolando Galligani e Mauro Almaviva, edito da Bertoni editore.

Mauro Almaviva, medico, co-autore del libro qui recensito, collaboratore del Cofanetto Magico, che ha anche citato nei ringraziamenti finali e nel suo profilo professionale.

L’ho letto con grande interesse. Non solo perché diverso da tutti gli altri in commercio, in quanto parla in particolare della temuta invasione della splendida Sardegna nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche in quanto è scritto da un valido collaboratore del Cofanetto Magico, Mauro Almaviva, medico specializzato in malattie infettive che per quasi 20 anni ha svolto la sua professione in vari paesi africani occupandosi di programmi di cooperazione sociosanitaria del governo italiano. Chi lo segue da anni conosce i bellissimi ed avvincenti racconti e resoconti sui suoi viaggi e ricerche storiche in Africa, da noi pubblicati.

“Lo sbarco che mai avvenne”, la cui prefazione è di Raffaele Sari Bozzolo, è stato composto insieme a Rolando Galligani, anche lui dotato di un curriculum professionale di gran valore, appassionato del mare, tanto da essersi trasferito definitivamente in Sardegna nel 1979; istruttore internazionale di corsi d’immersione, un master in archeologia subacquea.
Soprattutto entrambi accomunati dall’interesse per la storia, tanto da essere tra i fondatori dell’Associazione culturale “Nel Vivo della Storia.”

E proprio nel vivo della storia ci fanno entrare con il loro libro, rendendoci partecipi di quegli eventi che spesso non conosciamo nei loro risvolti “più reconditi”, misteriosi; a partire dalla primavera del 1943 quando italiani e tedeschi si preparavano (dopo una “soffiata” dei servizi segreti germanici) ad un’invasione della Sardegna da parte degli eserciti alleati anglo-americani. Il titolo “Lo sbarco che mai avvenne” suggerisce il seguito della storia che tuttavia non voglio anticiparvi per non rovinare l’interesse nello svolgimento della medesima (con due isole sotto pressione, impaurite dall’incubo del “nemico che viene dal mare”).

Posso solo assicurarvi che vale la pena di leggerlo in quanto troverete informazioni speciali, curiose, intriganti. Entrando dentro quel “cerchio magico” costituito dai fortini di Alghero e Porto Ferro, unici in Italia, intatti. Ben 30 Km di 667 manufatti in pietra e cemento armato che tramandano “una storia che non va mai dimenticata”; soprattutto una guerra, tante guerre che mai andrebbero ripetute.
I riferimenti storici ci vengono offerti in sintesi, inseriti in modo semplice ed essenziale, come quando vengono citati Mussolini ed Hitler: il “primo che voleva riportare l’Italia agli splendori dell’antico Impero Romano, non prima però di aver eliminato tutti i partiti avversari… il secondo che voleva riportare la Germania ai vecchi fasti di un impero: il Reich.

Bella la descrizione della costruzione dei fortini (casematte), che si vedono nelle fotografie; come una casamatta a toppa di chiave ed una con campo di tiro a 360 gradi (a Porto Ferro). Poi i fortini costruiti per contenere un cannone e le postazioni “in barbetta”. E ancora: il “tobruk” (postazione circolare monoarma), la mimetizzazione a muretto (ad Alghero). Ingegnose quelle postazioni armate (sia di mitragliatrice che di cannone) verniciate a grandi losanghe di tre colori: il rosso scuro, il giallo ocra ed il verde scuro. Lo scopo era quello di creare un colore neutro; infatti essi, visti da una certa distanza, per un effetto ottico si miscelano confondendosi con quelli del paesaggio circostante.

Importanti anche i riferimenti ai graffiti e scritte lasciate dai militari che, similmente (sia pur in altri contesti) alle pitture rupestri (di cui parla lo stesso Mauro Almaviva, in un altro libro appena uscito, scritto con l’archeologo Bob Forrester, in riferimento a quelle dello Swaziland), sono uno spaccato di vita umana del passato; testimonianze tangibili della nostra storia e del nostro sviluppo sociale, emozioni, gioie, paure.
Infine, incredibile la vicenda di quell’uomo… “da morto servito più che da vivo”,a cui fu confezionata su misura una nuova identità e dignità: un racconto che mi ha colpito molto! A cui si è ispirato un film prodotto nel 1956 dal titolo “L’uomo che non è mai esistito.”

Chi era, a che cosa servì il suo corpo? Un personaggio inventato con dovizia di particolari, persino nella sua storia d’amore con “la bella Pamela”. “Un’ingegnosa opera di depistaggio inglese a conferma che l’arte dell’inganno, del camuffamento e dell’illusione in guerra, è, probabilmente, antica quanto l’uomo.” Scoprirete anche questo “segreto” leggendo il libro!
Concludo rivolgendo speciali complimenti al nostro collaboratore, Mauro Almaviva; e ovviamente pure al suo compagno di scrittura, avventura e ricerca storica Rolando Galligani. Oltre che a Jean Luc Bertoni, sempre vincente nella scelta dei libri che decide di pubblicare.

Maria Cristina Giongo
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3 Responses to “Editoriale di febbraio. Libri. “Lo sbarco che mai avvenne” ci fa entrare nel vivo di una storia unica, attirando l’attenzione, l’interesse. Da non perdere.”

  1. Elisa scrive:

    Mauro è sempre una fonte di informazioni interessanti e inedite; incredibile come le sa presentare e raccontare. Non ci mancare mai Mauro.

    • Mauro scrive:

      Grazie, fa sempre piacere ricevere complimenti. Ci abbiamo messo 3 anni ma alla fine ci siamo riusciti. Sono però più soddisfatto del libro sulle pitture rupestri dello Swaziland (uscito in contemporanea a questo), paese che ho raccontato sul cofanetto e che ho nel cuore. Ora, prometto, mi dedicherò di più al Cofanetto (oltre che al terzo libro :-) )

  2. Maria Cristina Giongo scrive:

    Sono d’accordo con te, cara Elisa!!!!

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